Ransomware: il pericolo arriva dallo smartphone

fonte: www.lifestar.it

autore: Aurelio Vindigni Ricca

 

Secondo i risultati del Data Breach Investigations Report 2016, voluto come ogni anno dal colosso della telefonia americano Verizon, i problemi legati alla sicurezza sul web dipendono ancora in gran parte da noi stessi, dai nostri errori.

 

Se dal lato software la sicurezza ha fatto passi da gigante, con cifrature offerte di default su diversi servizi, password sempre più complicate, controlli a due step e siti sicuri, dall’altro c’è un evidente aumento del phishing, ovvero mail e siti truffaldini che chiedono di inserire password e dati bancari, un sistema in cui cascano sempre più persone.

Lo studio è stato condotto analizzando circa 2260 violazioni accertate e più di 100.000 incidenti di sicurezza, i risultati hanno svelato che nel 30% dei casi di phishing i messaggi malevoli vengono visualizzati, nel 13% i link vengono invece cliccati del tutto, permettendo agli hacker di intrufolarsi fra i dati sensibili dei nostri account e computer.

 

Il vero allarme però riguarda una nuova frontiera della criminalità cibernetica: il ransomware. Si tratta di un fenomeno in crescita del 16%, grazie al quale gli hacker chiedono agli utenti dei veri e propri riscatti in denaro, per non distruggere o danneggiare dati importanti salvati nei computer.

Ulteriore dato sconsolante è che l’89% degli attacchi ha finalità finanziarie o di spionaggio, per difendersi è bene tenere sempre i propri software aggiornati, sia in campo desktop che mobile, poiché le grandi aziende rilasciano continuamente patch risolutive che bloccano falle di sistema sfruttate dai criminali cibernetici.

Ovviamente bisogna anche tenere altissima l’attenzione quando si apre una mail o un allegato sospetto, poiché gran parte della responsabilità dipende anche dalle nostre azioni quotidiane. Basta davvero poco per essere gabbati, sempre secondo la ricerca di Verizon il 93% degli hacker impiega all’incirca un minuto (o anche meno) per danneggiare un sistema, bastano invece pochi minuti (nel 28% dei casi) per rubare dati sensibili per truffe finanziarie.

Internet è uno strumento tanto meraviglioso quanto pericoloso, non si è mai abbastanza cauti.